Segano le sbarre e si calano con le lenzuola evasi due detenuti dal carcere di Regina Coeli

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DioEsiste
view post Posted on 15/1/2012, 14:33     +1   -1




Segano le sbarre e si calano con le lenzuola
evasi due detenuti dal carcere di Regina Coeli


La fuga scoperta alle 8.30. I due, un romeno e un albanese, probabilmente dopo aver segato le sbarre, con con una corda e un arpione rudimentali si sono calati intrecciando delle lenzuola dal terzo al secondo piano e poi, agganciandosi al muro di cinta, sono scesi all'esterno con un salto di 20 metri. Il sindacato della polizia penitenziaria: "Struttura sovraffollata e carenza di agenti"

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Due detenuti stranieri sono evasi stamani dal carcere romano di Regina Coeli. Probabilmente dopo aver segato le sbarre si sono calati intrecciando delle lenzuola. La fuga sarebbe stata scoperta alle 8.30. Un terzo detenuto non sarebbe riuscito a passare dal varco perch? "troppo grosso". E nella capitale è scattata la caccia all'uomo.

Gli evasi sono un romeno di 25 anni e un albanese di 28, rinchiusi nella seconda sezione dell'istituto: dopo avere segato le sbarre della cella, con una corda e un arpione rudimentali "si sono dapprima calati dal terzo al secondo piano e poi, agganciandosi al muro di cinta, sono scesi all'esterno dandosi alla fuga'', riferisce il segretario generale dell'Osapp (Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria) Leo Beneduci. Arrestati per rapina si sarebbe conosciuti proprio nel carcere romano.

ECCO I DUE DETENUTI EVASI

Il romeno, Stefan Cusnir, è stato fermato lo scorso 3 ottobre dai carabinieri di Colleferro e dagli agenti del commissariato di Albano. Il gip del tribunale di Velletri aveva emesso tre ordinanze di custodia cautelare in carcere per tre uomini, due italiani e il romeno, accusati di aver rapinato alcune banche con dei taglierini tra Artena, Valmontone, Genzano ed altri comuni dei Castelli Romani.

Il compagno di cella, l'albanese, Altin Hoxha, veniva chiamato invece 'rapinatore
con gli occhi di ghiaccio'. Era stato arrestato lo scorso 18 novembre per rapina e ricettazione: aveva messo a segno dieci colpi in ville in provincia di Perugia, tra cui quella dell'allenatore di calcio Serse Cosmi, ed era considerato il componente più pericoloso di una banda di rapinatori. Hoxha, arrestato nel giugno 2011 dalla squadra mobile di Roma in collaborazione con quella di Perugia, era stato riconosciuto per i suoi occhi azzurri dalle vittime che venivano derubate di migliaia di euro e picchiate, in alcuni casi con chiavi inglesi, o legate con fili elettrici, e minacciate con armi. Nella banda di albanesi Hoxha era il braccio destro del capo e aveva il compito del 'cattivo con gli occhi di ghiaccio' e affiancava un suo complice che aveva invece il compito di solidarizzare con le vittime facendosi consegnare i soldi. I colpi risalgono almeno al maggio del 2010 e sono stati almeno undici. Il 19 gennaio 2011 a Brufa fu rapinato anche l'ex allenatore di calcio Serse Cosmi con un bottino di cinquemila euro. Proprio l'aiuto di Cosmi era stato prezioso per gli inquirenti. L'allenatore aveva fornito elementi sulla fisionomia e sul modo di muoversi dei malviventi tra cui, Hoxha. Le rapine attribuite alla banda sono undici, con un bottino stimabile in diverse centinaia di migliaia di euro tra contanti e gioielli, solo in parte recuperati.

I due si sono calati dalle lenzuola in via delle Mantellate. Le immagini delle telecamere, installate lungo la strada che hanno ripreso la scena, potrebbero accertare l'orario preciso della fuga che, da una prima ricostruzione, sarebbe avvenuta tra le 3 di notte e le 6 del mattino. Una conferma arriva anche dalle dichiarazioni del garante dei detenuti del Lazio: i due malviventi erano presenti in cella alla conta delle 3 di notte. I nastri sono stati già presi in visione dagli inquirenti e dai vertici del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. I due malviventi, utilizzando le loro abilità acrobatiche perfezionate per mettere a segno i colpi nelle ville e nelle banche, hanno compiuto un salto di almeno 20 metri per arrivare fino al tetto del piano inferiore a quello della loro sezione. Dopo aver segato le sbarre della loro cella e aver compiuto il salto si sono diretti verso un palo sul quale sono installate altre telecamere di sicurezza. Qui vi hanno legato delle lenzuola bagnate, per migliorare l'aderenza e evitare bruciature, e si sono calati in strada.

''Non mi sono accorta di nulla, sono stata svegliata questa mattina intorno alle 8.30 dal frastuono degli agenti. Solo dopo ho saputo quello che era successo'', racconta una signora residente in via delle Mantellate. Una ragazza francese, invece, dice di non essersi accorta di nulla e sgrana gli occhi quando qualcuno le dice che questa notte due malviventi sono riusciti a segare le sbarre della loro cella e a fuggire dal carcere grazie a dei lenzuoli legati insieme. Gli stessi visti questa mattina dal dipendente di un parcheggio coperto, al suo primo giorno di lavoro. ''Ho visto queste lenzuola, forse stracci - ha detto - che penzolavano qui dal muro. Probabilmente erano stati legati al palo delle telecamere che avevano spostato per non farsi riprendere''.

"Questa evasione avviene in una struttura che presenta un elevato sovraffollamento di detenuti, grave carenza del personale di polizia penitenziaria e gravi carenze strutturali. Sono in corso le ricerche dei due detenuti evasi", comunica il coordinatore regionale Fns Cisl Massimo Costantino. ''A Regina Coeli i detenuti sono più del doppio del consentito, e superano del 25 per cento persino la capienza massima raggiungibile (1.180 presenti per 724 posti) - aggiunge Beneduci -; ma il vero problema riguarda la carenza di personale di polizia penitenziaria (oltre il 30 per cento), tant'è che i due si sono potuti agganciare al muro di cinta per poi calarsi nelle vicinanze di una delle garitte prive di sentinelle da tempo. Nel frattempo è in atto nella capitale e nelle cittadine del litorale laziale - prosegue - una vastissima operazione della polizia penitenziaria e delle forze dell'ordine per la cattura degli evasi ma l'episodio è significativo di come la tensione e i pericoli derivanti dall'attuale e grave emergenza penitenziaria non siano per nulla diminuiti e di quanto il governo - conclude il sindacalista - abbia ancora da fare rispetto alle esigenze, anche riorganizzative, del corpo di polizia penitenziaria''.

La sala operativa della Questura di Roma ricevuta la notizia dell'evasione ha inoltrato le ricerche a tutte le unità operative, anche delle speciali, presenti sul territorio distribuendo a tutti le foto segnaletiche dei due evasi. Il comando provinciale dei carabinieri di Roma ha attivato posti di blocco lungo le vie consolari. I controlli sono scattati su tutto il territorio nazionale poiché i due stranieri potrebbe essersi giaà allontanati dal Lazio. "La clamorosa, quanto rocambolesca, evasione di due detenuti", per Eugenio Sarno, segretario Generale Uil Penitenziari, "mette a nudo tutte le falle di una politica disattenta verso le criticità del sistema carcerario. Da anni abbiamo denunciato invano come la desertificazione degli organici della polizia penitenziaria contribuisse a creare un vulnus alla sicurezza sociale. E i quattro detenuti evasi dalle carceri nel giro di pochi giorni sono molto più che un campanello di allarme. Ora vogliamo credere che non si facciano volare gli stracci e che si addossino responsabilità esclusivamente all'anello debole della catena, ovvero agli agenti di sorveglianza. E' bene sottolineare che solo due agenti erano preposti alla sezione nel turno in luogo degli otto che avrebbero dovuto esserci per garantire la sorveglianza ai quattro piani. In quella sezione sono ristretti circa 240 detenuti, laddove in termini regolari avrebbero dovuto essere non più di centoventi", ha spiegato Sarno.
 
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