Il quarto reich di Angela Merkel
Siamo ormai al limite. Mentre finora, relativamente alla crisi globale, la Germania ha svolto un ruolo positivo, specie nelle prime fasi quando gli Usa ebbero la tentazione di uscire dalla crisi inondando ancora i mercati di liquidità, mentre Angela Merkel insistette sulle nuove regole da dare ai mercati per evitare che banche e finanza ricadessero negli stessi errori che avevano prodotto la crisi.
Ora però quell'argine teutonico alle facilonerie altrui sta diventando un cappio al collo di tutti i paesi europei strozzati dal debito pubblico. Grecia, Spagna e Italia soffocano e invocano crescita e investimenti, ma trovano di fronte a loro un panzer con le fattezze di Angela Merkel che con sguardo severo dice "nein".
Capiamo le ragioni e le paure di una Germania che non vuole pagare gli sperperi altrui, ma intanto accade che gli altri paesi boccheggino mentre la Germania cresce (in gran parte per merito suo, ma anche perchè gli altri sprofondano) come se non fossimo in piena crisi ma in pieno boom economico: il Pil cresce, non ci sono problemi di disoccupazione, i titoli di Stato vanno via a tassi minimi.
A parte che a breve molti paesi si potrebbero incavolare anche solo perchè loro si impoveriscono e la Germania cresce, ma anche perché il rigore teutonico sembra fine a se stesso, o peggio orientati agli interessi tedeschi.
Va bene il rigore, va bene la severità, ma evitiamo che tutto questodiventi il "quarto Reich".
