Cuffia, tablet e interfaccia Vd 1 pc realizza i nostri pensieri

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DioEsiste
view post Posted on 8/3/2012, 16:09     +1   -1




Cuffia, tablet e interfaccia Vd 1
pc realizza i nostri pensieri



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APRIRE la porta senza alzarsi dalla sedia, accendere la televisione senza schiacciare il tasto del telecomando, esprimere desideri e sensazioni del momento - ho caldo, ho freddo, ho fame - senza parlare. Il tutto grazie a un computer in grado di tradurre il pensiero in azioni. La "macchina delle meraviglie" si chiama Brindisys e al momento è ancora un prototipo. Frutto del lavoro lungo 15 anni del team di ricerca della Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma, su finanziamento della Fondazione AriSLA e col contributo dell'Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica (AISLA), rappresenta una speranza di libertà per il futuro, per quanti sono colpiti da una malattia gravemente invalidante come la Sla.

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A differenza di altri modelli, Brindisys ha infatti il vantaggio di essere di poco ingombro, facile da usare e soprattutto non invasivo. Qualità fondamentali che permettono anche ai pazienti "locked in", ossia in uno stato avanzato di disabilità in cui non si è in grado di muovere neppure gli occhi, di utilizzarlo per comunicare e agire col pensiero, riconquistando così importanti spazi di autonomia.

Come funziona. Il sistema tutto italiano Brindisys è un insieme hardware e software composto da un tablet, una cuffia con degli elettrodi assolutamente non pericolosi, come quelli per rilevare il battito cardiaco per intenderci, e da un'interfaccia cervello-computer. Il paziente indossa la cuffia con gli elettrodi, a sua volta collegati al computer. Gli elettrodi rilevano i segnali elettrici emessi dal cervello e questi vengono letti e tradotti dal computer in comandi. "Il malato guarda l'interfaccia del computer che si presenta con delle icone e dei pallini", ci spiega Febo Cincotti, coordinatore del progetto, "si concentra sul pallino corrispondente all'icona che rappresenta l'azione voluta e, allora, il sistema rileva il segnale e conferma, potremmo dire 'clicca', su quell'icona, dando il via all'esecuzione dell'ordine"

Non è un procedimento immediato né tantomeno rapido. Al momento, infatti, per tradurre il pensiero in azione, occorrono circa dieci secondi per ogni comando. Nonostante tutto, però, i vantaggi sono evidenti, e si riesce a far riprodurre al computer una frase pre-impostata, comporre frasi nuove selezionando lettera per lettera, eseguire delle azioni come aprire la porta, spegnere la luce o anche attivare un sistema di allarme se succede qualcosa e si è soli in casa.

"Il sistema è del tutto non invasivo", dice Cincotti: "Il cuore è il tablet, che associa una semantica al segnale inviato dall'interfaccia e produce dei comandi, mentre la cuffia non ha vibrazioni o altro; al massimo potrà fare un po' caldo d'estate ma serve a tenere fermi gli elettrodi, ossia i rilevatori di segnali". A livello tecnologico, l'innovazione prodotta dal team di Cincotti e dai suoi partner, tra i quali l'Università La Sapienza di Roma e l'Università Magna Grecia di Catanzaro, è stata riuscire ad introdurre gli algoritmi direttamente su un dispositivo hardware, le reti di transistor che possono essere gestite con una velocità superiore a quelle dei normali processori. "Dettagli tecnici a parte", dice Cincotti, "il nostro scopo è creare un hardware utilizzabile dai malati nelle vita di tutti i giorni".

Brindisys, una speranza ma solo per il futuro. I risultati ottenuti da Brindisys sono incoraggianti. Ma è meglio frenare gli entusiasmi: la macchina è ancora nella prima fase di sperimentazione e non si sa ancora se, alla scadenza del progetto a giugno 2013, avrà superato i test e, soprattutto, verrà mai prodotta. Le difficoltà da affrontare, infatti, sono molte: non solo occorre realizzare un sistema in grado di funzionare autonomamente una volta installato presso le case dei pazienti, ma è necessaria anche la formazione di tecnici e personale capace di seguire il malato nel periodo iniziale di apprendimento ed anche supportare la sua famiglia. Per non parlare dei costi, ancora non quantificabili.

Vero è, però, che Brindisys, anche se in prototipo, esiste e accende una aspettativa concreta: "Il sistema rappresenta una speranza d'autonomia per il futuro", conclude Cincotti: "Abbiamo fatto grandi passi avanti ma c'è ancora molta strada da fare prima che possa essere introdotto nelle case, ma noi non desistiamo".
 
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